Bruxelles. La Commissione europea ha pubblicato una valutazione d’impatto dettagliata sui possibili percorsi per raggiungere l’obiettivo concordato di rendere l’Unione europea neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, comunicandola alla Commissione al Parlamento, al Consiglio dell’UE, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato Europeo delle Regioni.
Sulla base di questa valutazione d’impatto, la Commissione raccomanda una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 , avviando un dibattito con tutte le parti interessate; una proposta legislativa sarà presentata dalla prossima Commissione, dopo le elezioni europee, e concordata con il Parlamento europeo e gli Stati membri come richiesto dalla legge europea sul clima.
Le misure e le condizioni politiche, raccomandate dalla Commissione, riguardano: attuazione del piano concordato per il 2030; garanzia della competitività dell’industria europea; maggiore attenzione per una transizione giusta ed equa e condizioni di parità con i partner internazionale.
Il punto di partenza è la piena attuazione della legislazione esistente per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e instaurare un dialogo con tutte le parti interessate dei settori del trasporto, compresi gli agricoltori, le imprese, le parti sociali e i cittadini. Il Green Deal deve diventare un accordo di decarbonizzazione industriale che si basi sui punti di forza industriali esistenti, come l’energia eolica, idroelettrica ed elettrolizzatori, e continui ad aumentare la capacità produttiva nazionale in settori in crescita come batterie, veicoli elettrici, pompe di calore, solare fotovoltaico, CCU /CCS, biogas e biometano ed economia circolare.
Gli armatori europei (ECSA, European Community Shipowners’ Associations) accolgono con favore l’ impegno della Commissione ad affrontare “gli ostacoli alla diffusione di carburanti a basse e zero emissioni, compresi gli e-fuel e i biocarburanti avanzati” nel trasporto marittimo e a dare al settore “un accesso prioritario a questi combustibili rispetto ai settori che hanno accesso ad altre soluzioni di decarbonizzazione”.
L’ECSA sottolinea che l’aumento dei costi dei carburanti sostenibili rimane un fattore chiave per la competitività del trasporto marittimo ed invita la Commissione a prendere in futuro misure normative per promuoverne la produzione; inoltre, gli armatori europei sostengono l’introduzione di requisiti per i fornitori di carburante per rendere tali combustibili disponibili sul mercato.
“È la prima volta che vediamo un impegno così forte nel dare al trasporto marittimo un accesso prioritario a combustibili a basse e zero emissioni, come i biocarburanti avanzati e gli e-fuel. Il divario di prezzo è immenso, poiché il costo dei carburanti sostenibili può essere quattro volte superiore rispetto ai carburanti attualmente utilizzati nel trasporto marittimo. Non vediamo l’ora di lavorare con la Commissione per tradurre questo impegno in azioni immediate e per sfruttare i proventi dell’ ETS destinati attraverso inviti dedicati già nell’ambito dell’attuale Fondo per l’innovazione”, ha dichiarato Sotiris Raptis, Segretario generale dell’ ECSA.
L’ECSA approva la considerazione da parte della Commissione di obiettivi differenziati per il trasporto marittimo in linea con la strategia dell’ IMO in materia di gas serra, nell’ambito dei tre scenari per la decarbonizzazione dell’economia europea: fino all’80%, tra l’85% e il 90% e infine tra il 90% e il 95%. Quest’ultimo scenario è coerente con le indicazioni dell’ European Scientific Advisory Board on Climate Change (ESABCC), ed è all’interno di questo range che si situa l’obiettivo di riduzione del 90% raccomandato dalla Commissione.
La strategia dell’ IMO per i gas serra, concordata nel luglio 2023, stabilisce un obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050, con obiettivi di almeno il 70% che puntano all’80% entro il 2040.
L’ECSA sottolinea che la comunicazione della Commissione riconosce la necessità che l’Europa diventi più attraente per gli investimenti privati. Ricorda che nel corso degli ultimi 15 anni, il finanziamento navale europeo è diminuito costantemente, con le compagnie di navigazione che hanno dovuto cercare opportunità di finanziamento altrove. Auspica – come primo passo – lo sblocco degli investimenti privati attraverso i mercati dei capitali, come indicato nella comunicazione, anche se è essenziale che ciò sia accompagnato da un quadro adeguato allo scopo per il finanziamento bancario, che è particolarmente importante per le PMI del trasporto marittimo.
L’ECSA analizzerà ora in dettaglio i tre scenari esaminati e il nuovo obiettivo climatico dell’UE per il 2040 proposto dalla Commissione e attende con interesse di contribuire alla prossima discussione.
Per l’Italia, il piano di decarbonizzazione è il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), anche se detto piano manca di chiarezza sia nel percorso di eliminazione dei combustibili fossili e sia nelle misure concrete di accompagnamento per il raggiungimento degli obiettivi 2030. Entro giugno 2024 il PNIEC dovrà essere aggiornato, e questa sarà un’occasione per allinearlo con gli obiettivi 2030, come richiesto dalla Commissione UE, e soprattutto per declinare una road map chiara e concreta per la decarbonizzazione del sistema economico italiano.