ICS verso soluzioni a zero emissioni nette

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ICS propone un sistema di sovvenzioni per l’uso di combustibili verdi per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette

Londra. L’International Chamber of Shipping (ICS) ha presentato una proposta all’Autorità di Regolamentazione globale del trasporto marittimo, l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), per un fondo di trasporto marittimo a emissioni zero (ZESF, Zero Emission Shipping Fund).

Per andare avanti con soluzioni praticabili per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette, gli armatori di tutto il mondo hanno accettato contributi obbligatori sulle emissioni di gas serra delle navi per raccogliere miliardi di dollari all’anno. Ciò accelererebbe la transizione della flotta globale di navi commerciali verso l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 e sosterrebbe gli sforzi di riduzione dei gas serra marittimi dei paesi in via di sviluppo.

L’idea include un sistema di contribuzione forfettaria (flat rate) ‘basato sul prelievo’ (evy-based) a livello mondiale, imperniato sul concetto di ‘feebate’ introdotto per la prima volta dal Governo giapponese. In particolare, la proposta riveduta include un chiaro quadro di responsabilità che delinea l’uso dei fondi, in particolare quelli destinati ai paesi in via di sviluppo. Un programma ‘feebate’ (fee/tasse e rebate/sconti) è un sistema di autofinanziamento di tasse e sconti che vengono utilizzati per trasferire i costi delle esternalità prodotte per promuovere una maggiore efficienza dell’uso dei combustibili nel trasporto marittimo e altri risultati socialmente desiferabili.

Il Segretario generale dell’ICS, Guy Platten, ha sottolineato la rilevanza globale dell’iniziativa e ha affermato che è necessario uno sforzo cooperativo per passare al trasporto marittimo a zero emissioni. Platten ha esortato i paesi a dimostrare la volontà politica necessaria per attuare rapidamente la soluzione proposta. La proposta includerà il sostegno alla produzione di combustibili per uso marittimo a zero o quasi zero e la realizzazione di nuove infrastrutture di bunkeraggio nei porti dei paesi in via di sviluppo di tutto il mondo, nonché il sostegno alla formazione sull’uso sicuro di nuovi combustibili.

Il Fondo per il trasporto marittimo a emissioni zero e il meccanismo feebate saranno presi in considerazione dagli Stati membri dell’IMO nel loro prossimo ciclo di negoziati sui gas serra a marzo. I Governi si sono già impegnati all’unanimità a sviluppare un meccanismo di fissazione dei prezzi dei gas serra per il trasporto marittimo internazionale entro il 2025. Se i Governi saranno favorevoli, lo ZESF sarà approvato l’anno prossimo per contribuire a raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra del trasporto marittimo entro il 2050 o quasi, in linea con gli obiettivi adottati dagli Stati membri dell’IMO.

In base alla proposta, i contributi delle navi per tonnellata di CO2e emessa saranno utilizzati per ridurre il significativo divario di costo tra i combustibili a zero gas a effetto serra e l’olio combustibile convenzionale, fornendo ricompense finanziarie alle navi per le emissioni di gas a effetto serra evitate dall’uso di nuovi combustibili per uso marittimo.

Clarksons Research ha effettuato una valutazione d’impatto per l’ICS affermando che un tasso di contribuzione che aggiunge un costo compreso tra $ 20 e $ 300 per tonnellata di olio combustibile consumato non avrebbe impatti sproporzionatamente negativi sulle economie nazionali in termini di prezzi delle merci consegnate.
La ZESF consentirà al settore del trasporto marittimo di raggiungere un punto di decollo nell’uso di combustibili verdi più costosi, come l’ammoniaca, l’idrogeno, i biocarburanti sostenibili, il metanolo sintetico e il GNL sintetico.

Nel 2023, l’ICS ha chiesto agli armatori di versare contributi obbligatori per tonnellata di CO2 emessa per creare un nuovo fondo IMO che premiasse l’adozione da parte degli armatori di combustibili a basse e zero emissioni di carbonio e fornisse finanziamenti per la produzione di combustibili alternativi e le infrastrutture di bunkeraggio nei paesi in via di sviluppo.

L’ICS ha suggerito che i fondi totali di circa 10 miliardi di dollari all’anno – che richiederebbero un contributo iniziale di circa 50 dollari per tonnellata di olio combustibile marino consumato – potrebbero essere sufficienti per finanziare un programma di ricompense fino al 2030 circa. Si tratta di un importo doppio rispetto a quello delle proposte precedenti, che richiedevano circa 5 miliardi di dollari all’anno.