I produttori europei di etanolo rinnovabile contro il Regolamento marittimo FuelEU dell’Europa
Bruxelles. I produttori europei di etanolo rinnovabile hanno lanciato una sfida legale contro il Regolamento marittimo FuelEU dell’UE, affermando che non riconosce i vantaggi dei biocarburanti sostenibili a base di colture come l’etanolo rinnovabile.
ePURE rappresenta gli interessi dei produttori europei di etanolo rinnovabile presso le Istituzioni dell’UE, le parti interessate del settore, i media, il mondo accademico e il pubblico in generale.
Con sede a Bruxelles, ePURE parla per 34 aziende associate (di cui 20 membri produttori), con circa 50 impianti in 16 Stati membri dell’UE, che rappresentano circa l’85% della produzione di etanolo rinnovabile in Europa. L’organizzazione, fondata nel 2010, promuove gli usi benefici dell’etanolo in tutta Europa.
Le imprese che rappresentano la maggior parte della produzione di etanolo rinnovabile dell’UE stanno cercando di annullare una sezione del Regolamento che considera i biocarburanti ottenuti da colture come aventi gli stessi fattori di emissione del percorso meno favorevole per i combustibili fossili.
Di conseguenza, il Regolamento marittimo FuelEU esclude i biocarburanti a base di colture conformi alla Direttiva sulle energie rinnovabili (RED) dagli obiettivi di decarbonizzazione del settore marittimo.
L’azione legale sostiene che l’approccio dell’UE ostacola il raggiungimento di ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione e mette a repentaglio la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’indipendenza energetica, la sicurezza alimentare e gli obiettivi di autonomia strategica.
La contestazione giuridica si fonda su molteplici argomenti, tra cui l’affermazione secondo cui il Parlamento europeo e il Consiglio avrebbero commesso un ‘errore’ manifesto di valutazione non basandosi su dati scientifici e tecnici nell’elaborazione della loro politica ambientale.
Il ricorso di annullamento è stato depositato dinanzi al Tribunale dell’Unione europea il 18 dicembre 2023. La sfida è stata presentata dai membri di ePURE insieme a Pannonia Bio Zrt.
“L’Europa sarà in ritardo dal punto di vista climatico quando i mercati mondiali del trasporto marittimo e aereo si armonizzeranno intorno a soluzioni come i biocarburanti sostenibili ottenuti dalle colture che l’UE ha escluso, ma che sono accessibili, scalabili e a bassa intensità di carbonio” ha dichiarato Mark Turley, CEO di ClonBio Group, proprietario di Pannonia.
Gli investitori dell’UE come la Pannonia stanno ora scegliendo gli Stati Uniti per nuovi investimenti, in gran parte perché le politiche di decarbonizzazione dei trasporti dell’UE sono instabili. Questo tipo di politica è irresponsabile e legalmente viola il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Già nel 2014, ePURE aveva presentato una denuncia alla Commoissione UE a seguito dell’imposizione da parte dell’Unione europea di dazi antidumping sull’etanolo combustibile importato dagli Stati Uniti nel febbraio 2013, sviluppandosi così un nuovo modello di scambi dagli Stati Uniti all’Europa. Gli esportatori statunitensi iniziarono ad esportare notevoli volumi di etanolo combustibile in Norvegia: le importazioni norvegesi dagli Stati Uniti si moltiplicarono di 10 volte in un solo anno. Anche le esportazioni di etanolo dalla Norvegia verso l’UE aumentarono notevolmente, principalmente sotto forma di miscele di etanolo ed etanolo (E48).