Nuove regole dell’UE sulla sanzione del tetto del petrolio

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L’Unione europea ha presentato il suo dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con petroliere incluse nella serie di molte restrizioni

Bruxelles. Le nuove sanzioni richiedono norme sulle notifiche per la vendita di petroliere a qualsiasi paese terzo al fine di rendere più trasparente la loro vendita ed esportazione, in particolare nel caso di vettori di seconda mano che potrebbero essere utilizzati per eludere il divieto di importazione di greggio o di petrolio russi e il tetto dei prezzi del G7.

Obiettivo di questo pacchetto di nuove sanzioni è colmare le lacune di un’altra misura restrittiva, il tetto al prezzo del petrolio russo, che i Paesi del G7 avevano fissato a 60 dollari al barile. Negli ultimi mesi, tuttavia la Russia era riuscita a vendere il suo petrolio ben al di sopra di tale cifra grazie a una flotta di ‘petroliere ombra’ e ai servizi di società commerciali poco conosciute, aggirando facilmente i vincoli commerciali imposti. Si introduce anche un sistema di condivisione delle informazioni e regole di trasparenza più severe, per garantire che le vendite globali di petrolio rimangano entro la soglia stabilita.

Il Consiglio europeo sta introducendo norme di conformità più severe per sostenere l’attuazione del massimale del prezzo del petrolio e reprimere l’elusione. Inoltre, il meccanismo rafforzato di condivisione delle informazioni consentirà una migliore identificazione delle navi e delle entità che effettuano pratiche ingannevoli, come i trasferimenti da nave a nave (ship to ship) utilizzati per nascondere l’origine o la destinazione delle manipolazioni del carico e dell’AIS, trasportando nel contempo il petrolio greggio russo e i prodotti petroliferi.
Il nuovo pacchetto include restrizioni su 29 aziende, anche non russe, sospettate di aiutare il Cremlino a impossessarsi di tecnologie avanzate prodotte nell’Ue, o di produrre beni ‘a duplice utilizzo’, che potrebbero dunque essere impiegati per fini bellici nella guerra in Ucraina.

Inoltre, alle aziende europee che esportano determinati prodotti e tecnologie sensibili all’estero sarà imposto di includere nei loro contratti una clausola che vieta la ri-esportazione verso la Russia.
L’adozione del dodicesimo pacchetto è stata presa a un mese di distanza dalla proposta iniziale, dopo che l’Austria ha sciolto le sue riserve: inizialmente il Governo di Vienna aveva bloccato l’accordo a causa dell’inserimento della Raiffeisen Bank International nell’elenco degli ‘sponsor internazionali della guerra’ stilato dall’Ucraina.

“Con questo dodicesimo pacchetto, stiamo proponendo una robusta serie di nuove restrizioni e misure economiche che indeboliranno ulteriormente la macchina da guerra della Russia. Il nostro messaggio è chiaro, come ho già affermato quando ho presieduto il Consiglio informale degli Affari Esteri a Kiev: rimaniamo fermi nel nostro impegno per l’Ucraina e continueremo a sostenere la sua lotta per la libertà e la sovranità”, ha dichiarato Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza.

Tra le misure, contenute nel 12mo pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, è stato adottato anche il divieto di acquisto, importazione e trasferimenti dei diamanti provenienti dalla Russia.

Lo stop ai diamanti russi ‘si applica ai diamanti originari della Russia, a quelli esportati dalla Russia, ai diamanti in transito in Russia e ai diamanti russi lavorati in paesi terzi’, spiega la nota diramata dal Consiglio Ue. Il divieto entrerà in vigore dal primo gennaio 2024 e si applicherà ai diamanti naturali e sintetici non industriali e ai gioielli con diamanti. Previsto nel pacchetto di sanzioni anche un divieto indiretto di importazione di diamanti russi lavorati, cioè tagliati o lucidati, in paesi terzi. Per i gioielli che incorporano diamanti originari della Russia il divieto sarà progressivo a partire dal primo marzo 2024 da completare entro il primo settembre 2024. L’introduzione graduale dei divieti è legata alla necessità di implementare un meccanismo di tracciabilità che riduca i rischi di elusione nel mercato Ue.

La Russia è il più grande produttore di diamanti grezzi al mondo, con oltre il 90% delle attività realizzate da un’unica società, Alrosa. Nel 2021, l’anno prima dell’inizio della guerra, il Paese ha esportato diamanti per un valore di circa quattro miliardi di dollari (3,77 miliardi di euro), cifra che è diminuita solo leggermente nel 2022.

Così, a partire dal primo gennaio 2024, i 27 Stati membri non potranno più acquistare diamanti naturali e sintetici o gioielli con diamanti, provenienti direttamente dalla Russia, a meno che non siano destinati a scopi industriali.

“Accolgo con favore l’accordo politico sul 12mo pacchetto di sanzioni. Congratulazioni alla presidenza spagnola. Continuiamo a stare al fianco dell’Ucraina, nella buona e nella cattiva sorte. Stiamo dando un forte giro di vite all’elusione e sanzionando altri beni, tra cui i diamanti”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Impresa portuale a Nakhodka,

(Foto courtesy by Nakhodka Meritaym Servises, Impresa portuale a Nakhodka, Russia)