(Impianto Gen2 Energy a Mosjoen; foto courtesy Gen2 Energy)
Lo studio di fattibilità per una catena del valore dell’idrogeno tra Norvegia e Germania ha dimostrato che, data una serie di ipotesi, è tecnicamente possibile stabilire una catena del valore per il trasporto di grandi quantità di idrogeno dalla Norvegia alla Germania.
Mosjoen, Norvegia. L’idrogeno (H2) è un vettore energetico su cui si ripone grande fiducia a livello globale per far fronte alle sfide climatiche, poiché può immagazzinare e fornire grandi quantità di energia per unità di massa senza generare emissioni di CO₂ durante la combustione. E’ l’elemento più semplice e più abbondante del Pianeta e del Sistema Solare, ma è raramente disponibile allo stato libero e molecolare (H2), perché presente in combinazione con altri elementi chimici, per esempio acqua (H20) e idrocarburi (CH4).
La Norvegia e la Germania hanno convenuto di istituire una task force comune per il follow-up di uno studio di fattibilità congiunto in corso. Lo studio è volto a valutare le possibilità di trasporto di idrogeno e di CO2 tra la Germania e la Norvegia. La Norvegia e la Germania hanno in comune l’intenzione di garantire una fornitura su larga scala di idrogeno dalla Norvegia alla Germania entro il 2030. La Norvegia vuole contribuire attivamente allo sviluppo del mercato dell’idrogeno in Germania e nell’UE. La strada da percorrere per la maturazione di una catena del valore deve essere incentrata sulla garanzia di accordi a lungo termine basati sul mercato tra gli attori industriali.
La task force esaminerà tutti gli aspetti delle diverse alternative, compresa l’esplorazione delle potenziali sinergie tra i diversi progetti nel Mare del Nord. Essa identificherà gli ostacoli e fornirà raccomandazioni su come superarli.
Lo studio su una catena del valore dell’idrogeno tra Norvegia e Germania è stato commissionato dalle Autorità tedesche e norvegesi nel 2022 ed è stato condotto dalla società statale norvegese Gassco e dall’Agenzia Energetica Tedesca DENA per conto del settore industriale tedesco.
Secondo le Autorità norvegesi, lo studio aveva lo scopo di valutare la fattibilità di una catena del valore dell’idrogeno tedesco-norvegese, dai potenziali produttori di idrogeno in Norvegia ai consumatori in Germania, con una start-up prevista nel 2030.
I prerequisiti necessari per la catena del valore da realizzare sono, tra l’altro, legati alla maturità del mercato e alla volontà di pagare sul lato dell’utente, al quadro normativo e alla qualificazione tecnologica, secondo le Autorità, rilevando che i risultati dello studio saranno discussi e seguiti nel Gruppo di lavoro congiunto, recentemente istituito tra le Autorità tedesche e norvegesi.
Da notare, tra le altre cose, che lo studio ha rivelato che il prezzo dell’energia per l’idrogeno dovrà superare in modo significativo il prezzo dell’energia per il gas naturale per giustificare gli investimenti in una catena del valore dell’idrogeno e la perdita di energia dalla produzione di idrogeno. Inoltre, sono necessari impegni commerciali per giustificare lo sviluppo della produzione su larga scala di idrogeno e delle infrastrutture associate, nonché investimenti significativi nelle infrastrutture di trasporto dell’idrogeno. Inoltre, si dice che l’impegno da parte dell’industria e del sostegno governativo sia necessario.
Lo studio ha anche dimostrato che i progetti norvegesi pianificati potrebbero ospitare grandi quantità di idrogeno a basse emissioni di carbonio consegnate a flusso costante in Germania e che il trasporto di idrogeno dalla Norvegia alla Germania è considerato tecnicamente fattibile entro il 2030 come già menzionato sopra.
La capacità totale di trasporto della catena del gas offshore a idrogeno è di 4 mtpa, di cui 2,75 mtpa è idrogeno a basse emissioni di carbonio dai progetti di produzione carbonio su larga scala norvegese. La capacità residua è di tenere conto dei progetti futuri e dei volumi di legame, secondo lo studio.
Occorre ricordare, altresì, che nel mese di ottobre 2023, la Norwegian Gen2 Energy e la tedesca Securing Energy for Europe (SEFE), tramite la sua controllata WINGAS, hanno firmato un term-sheet (pre-accordo) di transazione per la fornitura di idrogeno verde, rappresentando un passo avanti verso la realizzazione dell’importazione di idrogeno verde dalla Norvegia alla Germania.
Gen2 Energy ha affermato che il pre-accordo definisce i termini e le condizioni per un accordo finale di vendita e acquisto e rappresenta un passo importante per realizzare l’importazione di idrogeno verde dalla Norvegia alla Germania. Inoltre, si dice che il term-sheet rappresenti i progressi sul percorso di Gen2 Energy per fornire idrogeno verde dal loro primo impianto di produzione a Mosjoen, in Norvegia, e fornisce all’azienda prove credibili di interesse e impegno del mercato, un elemento vitale verso una Decisione Finale di Investimento (FID) per l’impianto di idrogeno e la relativa catena di approvvigionamento.
All’epoca, le aziende hanno affermato che l’idrogeno compresso sarebbe stato consegnato in contenitori appositamente progettati e trasportato da navi dedicate dai siti di produzione di Gen2 Energy lungo la costa norvegese ai porti in Germania, Paesi Bassi e/o Regno Unito.
Intanto, il Gruppo EZ ha contratto una capacità annua a lungo termine di 2 miliardi di metri cubi presso il terminal Lo Stade a GNL in Germania, rafforzando la sicurezza energetica della Repubblica Ceca. La capacità al terminale è stata noleggiata per 15 anni, con l’opzione di estenderlo a 25 anni, in connessione con il futuro utilizzo di idrogeno verde.
Allo stesso tempo, il Ministero dell’Industria e del Commercio della Repubblica ceca ha sostenuto l’operazione concludendo un accordo di copertura con il Gruppo EZ.
Il terminal di Stade, uno dei terminali di GNL onshore in Germania, sarà situato vicino ad Amburgo alla foce del fiume Elba sul Mare del Nord e sarà commissionato dal suo operatore, Hanseatic Energy Hub (HEH), a metà del 2027. La capacità totale del terminal è di 13,3 miliardi di metri cubi di gas all’anno, di cui 1,3 miliardi destinati a contratti a breve termine.
Il terminal Stade è attualmente in costruzione e sostituirà quello galleggiante nella stessa posizione. Secondo il Gruppo EZ, i vantaggi dei terminal onshore rispetto a quelli galleggianti includono una maggiore capacità e un download e una rigassificazione di GNL più rapidi.
Si dice che dal 2027, il terminal consentirà l’importazione e la rigassificazione del GNL, mentre in seguito sarà possibile convertire il terminal per importare e elaborare l’ammoniaca climatizzatore neutro, da cui può essere prodotto idrogeno verde.
Il Nord Europa ha schierato una nuova ‘alleanza anseatica’ con forniture dalla Norvegia. I paesi nel bacino del Mediterraneo, invece, risentono della mancanza di infrastrutture, collegamenti spesso inefficienti e delle rivalità di leadership con i Paesi del Nord Africa.
Il Nord Europa si sta attrezzando di infrastrutture e terminal velocemente; in particolare, Germania, Olanda, Danimarca e Norvegia si stanno organizzando per creare un solido network del gas, fatto di rigassificatori, riapertura di campi di estrazione; mentre i paesi del Mediterraneo conta ancora dell’inadeguatezza delle infrastrutture per far arrivare l’oro blu dalla Norvegia.
Il terminal si basa su un futuro sistema modulare flessibile per la transizione verso l’energia verde in Europa. Nel 2027 si passerà ad un terminal privo di emissioni per GNL, bio-GNL e gas naturale sintetico, mentre si prepara per la successiva espansione del mercato dell’ammoniaca come un modo per ottenere idrogeno verde.
(Foto courtesy Hub Anseatica dell’Energia del terminal)