Decreto legge sull’energia rinviato alla prossima settimana dal Consiglio dei Ministri

Decreto legge sull'energia rinviato

Rigassificatori alla prossima settimana: il Decreto contiene procedure agevolate per i rigassificatori di Porto Empedocle e Gioia Tauro e i progetti di stoccaggio di CO2 dell’Eni, oltre agli incentivi alle aziende energivore.


Roma. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dovrà prima cercare di uniformare le tre misure che fondano lo stesso decreto: il rinvio della fine del mercato tutelato di luce e gas, un polo per l’eolico offshore al Sud, le concessioni per l’idroelettrico, oltre ai rigassificatori.

Il mercato tutelato di gas ed elettricità riguarda circa 10 milioni di utenti italiani, un terzo del totale. Per questi utenti, le bollette sono fissate dall’Autorità pubblica Arera; mentre per gli altri che hanno scelto di passare al mercato libero (5,5 milioni di utenti) le tariffe in bolletta sono stabilite dalle società energetiche.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva pensato a un rinvio da sei mesi a un anno. “Non è una proroga giuridica”, ha spiegato il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, ma un allungamento dei termini per dare “garanzia di informazione alle famiglie e di rapporto con le banche”. Il rinvio era già pronto nella bozza di Decreto legge, ma è stato stoppato all’ultimo, perché la norma, spiegano fonti del Mase “non era ancora perfezionata”.

Stiamo alla fase di rivedere le ‘virgole’ del dl energia, ha detto il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto. “Non sempre si può essere d’accordo ma il confronto porta a un punto di equilibrio. Il decreto avrà tanti elementi rilevanti, alcuni riguardano correzioni di percorso”, aggiunge il Ministro citando le misure per le imprese energivore sul gas e l’elettricità. “Alcune parti – spiega Pichetto – sono più tecniche, alcune di valenza molto politica”.

Stesso discorso – ieri in CdM. – per il progetto di un polo per l’eolico offshore al Sud. La bozza prevede che entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto vengano individuati due porti nel Mezzogiorno (aree demaniali marittime ubicate nel Mezzogiorno, con relativo specchio acqueo antistante) dove installare cantieri navali per costruire le piattaforme eoliche galleggianti e le relative infrastrutture di produzione di energia eolica in mare
L’eolico in mare in Italia – sottolinea il Ministero dell’Ambiente – può essere realizzato soltanto al Sud, dove c’è vento abbondante, e solo su piattaforme galleggianti ancorate ai fondali, data la profondità di questi.

Per il polo dell’offshore, il decreto prevede 80 milioni di euro per il 2024, 170 milioni per il 2025 e 170 milioni per il 2026. Entro 90 giorni dall’individuazione, le aree devono essere date in concessione a società di costruzioni navali qualificate. Per il Mase, “Fare del Mezzogiorno un hub energetico” è strategico ed è per questo la decisione sull’offshore è stata rimandata di un’altra settimana di tempo, per definire bene il testo.
Sulle concessioni per l’idroelettrico, il nuovo Decreto Energia prevede, oltre alle gare regionali, la possibilità per le aziende già concessionarie o in scadenza di presentare un piano di investimenti. (Qualcuno afferma che tale misura contrasta con il Pnrr ancora sottoconfronto con Bruxelles).

Altre misure sono contenute nel decreto rinviato: nel 2024 sarà operativo un nuovo rigassificatore galleggiante a Ravenna per aumentare la disponibilità di gas e l’Esecutivo ha classificato come strategici i rigassificatori già autorizzati in passato, Porto Empedocle di Enel e Gioia Tauro di Iren-Sorgenia. Contribuiranno “all’approvvigionamento di gas del Paese e agli obiettivi nazionali di sicurezza energetica”è scritto nella decreto rinviato. Sul carbone, quanto alla ‘phase out’, adesso si parla di permessi straordinari e di deroga ‘subordinata alla sussistenza di determinate condizioni’, cioè di impianti inseriti da Terna nell’elenco degli essenziali per la sicurezza del sistema elettrico.