Questa domenica 1º ottobre il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) è entrato in vigore nella fase transitoria. Per l’UE è la prima tassa di importazione di carbonio al mondo
Bruxelles. Fino al 2026, sarà in una fase transitoria che consentirà alle parti interessate di raccogliere informazioni utili per perfezionare la metodologia per il periodo definitivo del prelievo che ne consegue.
Il meccanismo di adeguamento alle frontiere del carbonio (CBAM, Carbon Border Adjustment Mechanism) dell’UE è un pilastro centrale della politica del blocco ‘Fit for 55′ (delivering the EU’s 2030 climate target on the way to climate neutrality); strumento storico dell’UE per combattere la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio; utilizza la quantità di CO2 emessa durante la produzione di prodotti ad alta intensità di carbonio – acciaio, fertilizzante e alluminio – per calcolare il prelievo.
Gli importatori dell’UE di tali merci dovranno solo comunicare il volume delle loro importazioni e le emissioni di gas a effetto serra incorporate durante la loro produzione, senza tuttavia versare alcun adeguamento finanziario in questa fase. Sebbene gli importatori siano invitati a raccogliere dati per il quarto trimestre del 2023, la prima relazione dovrà essere presentata solo entro il 31 gennaio 2024. Nella struttura del CBAM sono stati inoltre integrati numerosi elementi di flessibilità per il primo anno di applicazione, come l’uso di valori predefiniti per la comunicazione delle emissioni incorporate e la possibilità di utilizzare le norme di monitoraggio, comunicazione e verifica del paese di produzione.
La fase transitoria fungerà da periodo di apprendimento per tutte le parti interessate (importatori, produttori e Autorità). Questo consentirà alla Commissione europea di raccogliere informazioni utili sulle emissioni incorporate al fine di perfezionare la metodologia per il periodo definitivo, che inizierà nel 2026. A partire da tale data gli importatori dovranno acquistare e restituire il numero di ‘certificati CBAM’ corrispondenti ai gas a effetto serra incorporati nelle merci CBAM importate.
Il riesame del funzionamento e dell’ambito di applicazione del CBAM durante la fase transitoria sarà concluso prima dell’inizio del periodo definitivo, come la valutazione della possibilità di estendere l’ambito di applicazione del CBAM ad altre merci prodotte nei settori ETS.
Secondo il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, CBAM ha due obiettivi: incoraggiare l’industria in tutto il mondo ad abbracciare tecnologie più verdi e prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio o la delocalizzazione della produzione al di fuori dei confini dell’UE verso paesi con standard ambientali inferiori. In sostanza, equivarrà il prezzo del carbonio tra i beni prodotti nell’UE e le importazioni.
Tuttavia, molti operatori dello shipping indugiano al tipo di interruzioni che il CBAM causerà nella spedizione di merci dentro e fuori l’Europa.
“È il primo sistema del genere al mondo e la sua efficacia è ancora da testare. Tuttavia, è probabile che abbia profonde implicazioni per il commercio internazionale e le dinamiche geopolitiche relative alle emissioni di carbonio, specialmente se altre grandi economie adottano sistemi simili”, sostiene il direttore associato del Boston Consulting Group Tim Figures, un esperto nel commercio e nelle normative dell’UE.
Un risultato probabile, quando il CBAM sarà pienamente attuato, è che i produttori ad alto tenore di carbonio al di fuori dell’UE diventeranno meno competitivi nel mercato dell’UE. Inoltre, le multinazionali dell’UE potrebbero avere ripensamenti per le loro operazioni.
Ma l’effetto del CBAM sarà sentito maggiormente dai consumatori europei, poiché è probabile che i produttori altereranno il prezzo. Ad esempio, la Spagna ha importato 14,5 miliardi di tonnellate di acciaio nel 2022, la metà delle quali proveniva da paesi terzi. Supponendo un’intensità media di carbonio dell’acciaio e l’attuale prezzo del carbonio dell’UE, gli importatori spagnoli di acciaio potrebbero affrontare tariffe annuali di circa 1 miliardo di dollari quando il CBAM sarà completamente applicato nel 2034, secondo un calcolo del BCG.
Anche l’impatto percepito del CBAM verso altri paesi è critico. Secondo quanto riferito, sempre dal Boston Consulting Group, l’India sta pianificando la propria tassa sul carbonio modellata sulla falsariga del CBAM dell’UE, che si applicherebbe alle esportazioni che vanno solo nell’UE. L’obiettivo è che l’India riscuote i proventi fiscali da sola invece di condividerlo con l’UE.
Anche una tassa compensativa sulle importazioni che arrivano in India dall’UE è sul tavolo, con i funzionari del Governo indiano che esaminano la legalità di tale misura con le regole dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Dalle prospettive, il quadro fiscale compensativo appare di ritorsione al CBAM dell’UE e potrebbe causare attriti se non ben gestiti.
Nel frattempo, l’Africa è un’altra regione che sarà al termine di ricezione del CBAM. L’UE rappresenta il 27% delle esportazioni agricole dell’Africa, il 25% delle esportazioni di fertilizzanti, il 15% delle esportazioni di ferro e acciaio e il 35% delle esportazioni di energia. Nel complesso, il CBAM dovrebbe ridurre il PIL del continente di circa l’1%, rappresentando un calo di 25 miliardi di dollari ai livelli del 2021 del PIL, secondo un rapporto dell’African Climate Foundation e della Firoz Lalji Institute of London School of Economics and Political Science.
Per un’efficace attuazione del CBAM, l’UE deve coinvolgere i suoi principali partner commerciali per risolvere i punti critici del prelievo.