Il Presidente della Camera di Commercio Frosinone Latina e Delegato Confcommercio nazionale alla Transizione ecologica e sostenibilità, Giovanni Acampora, è intervenuto al convegno presso la Sala Maggiore della CCIAA Venezia Giulia
“Incontri come quello di oggi devono avere la loro sede naturale nelle Camere di Commercio, luogo dell’aggregazione e del partenariato; per questo ringrazio Antonio Paoletti, Presidente della CCIAA Venezia Giulia per aver ospitato questo importante momento di confronto e condivisione. Se oggi siamo chiamati a parlare di sostenibilità, dobbiamo tenere a mente che questa va portata avanti guardando alle prospettive e allo sviluppo del territorio in un quadro nazionale ed europeo. E le esperienze e le progettualità di primo piano che state portando avanti a Trieste, in piena osmosi con il territorio, rappresentano un modello di avanguardia del cambiamento, cui noi guardiamo con grande rispetto”.
Così il Presidente della Camera di Commercio Frosinone Latina e Delegato Confcommercio nazionale alla Transizione ecologica e sostenibilità, Giovanni Acampora, ha aperto il suo intervento al Convegno “Transizione ecologica ed energetica: quali opportunità per le imprese?” – L’approccio di Confcommercio al cambiamento climatico e alle nuove sfide della crisi energetica. Un incontro tenutosi nella mattinata di oggi, giovedì 14 settembre, a Triste, presso la Sala Maggiore della CCIAA Venezia Giulia.
A portare i saluti istituzionali, in una sala gremita, prima dell’introduzione ai lavori, oltre al Presidente Acampora, anche Antonio Paoletti, Presidente Confcommercio Trieste; Serena Tonel, Vicesindaco di Trieste; Alessandro Massi Pavan, Coordinatore del Centro Interdipartimentale per l’Energia, l’Ambiente e i Trasporti “Giacomo Ciamician” dell’Università di Trieste e Pierluigi Medeot, Segretario Generale Camera di Commercio Venezia Giulia. Tra i rappresentanti delle Istituzioni, presenti Sergio Emidio Bini, Assessore regionale alle Attività Produttive e Turismo e Fabio Scoccimarro, Assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile.
“Sono fermamente convinto – ha evidenziato Acampora – che il ruolo delle istituzioni e delle Associazioni sia fondamentale perché un’agenda della sostenibilità si possa scrivere e realizzare. Ma deve essere un’agenda percorribile con tempi certi, ingenti investimenti e che tenda al progresso. Si tratta di una sfida che coinvolge tutti noi. In quest’ottica, mi preme citare, quale best practice, il progetto Imprendigreen di Confcommercio lanciato lo scorso anno e che ha coinvolto oltre 1000 imprese. Oggi ci poniamo una domanda: quali opportunità la sostenibilità offre alle imprese? La risposta è che prima di tutto alle imprese bisogna far comprendere che la sostenibilità è un beneficio per il loro business e per l’intera comunità in cui operano”.
Poi Acampora ha evidenziato: “Non si può parlare di transizione ecologica senza guardare al mare. Così come non si può parlare di sostenibilità, in una città come Trieste, che affaccia interamente su uno splendido golfo, senza parlare di sostenibilità del mare. Nell’Economia del Mare italiana, europea e mondiale c’è un driver sempre più centrale che è quello della sostenibilità e lo dimostrano i dati dell’XI Rapporto Nazionale, elaborato su dati Istat, Ateco e Infocamere dal Centro Studi Tagliacarne di Unioncamere – tra i pochi soggetti riconosciuti dal Sistema Statistico Nazionale – in cui emerge che le imprese blu che hanno ridefinito i processi produttivi in chiave sostenibile sono il doppio rispetto alla media delle imprese italiane. Il Rapporto mette a disposizione un quadro conoscitivo puntuale della nostra Economia del Mare e delle 7 principali filiere che la compongono (cantieristica e industria nautica, attività sportive e ricreative, movimentazione di merci e passeggeri via mare, servizi di alloggio e ristorazione, industria delle estrazioni marine, ricerca regolamentazione e tutela ambientale).
Ecco, il Rapporto Nazionale dimostra come l’Italia non sia seconda a nessuno in Europa; per questo siamo al lavoro con l’Ue per armonizzare i criteri di osservazione, partendo dalla buona pratica italiana portata avanti dal sistema delle Camere di commercio e già riconosciuta anche dalla Commissione e dal Parlamento Europei. Io mi sento orgogliosamente italiano e fortemente europeista e, considerato che l’Europa, nelle sue analisi di settore, non tiene ancora conto di tutte le 7 filiere, occorre integrare i dati. Nell’Economia del Mare le istituzioni hanno il dovere di garantire a tutto il sistema associativo, a tutte le imprese e a tutti gli stakeholder del mare il più elevato coinvolgimento, assicurando che nessuno sia escluso, dai più piccoli ai più grandi, in ogni percorso ideativo, progettuale e attuativo, senza oneri di sorta”.
Tema analizzato dal Presidente Acampora nel corso del suo intervento è stato anche quello legato al fronte del caro energia: ¨Siamo riusciti ad ottenere numerosi e rilevanti risultati, ne cito due fra tutti l’annullamento temporaneo degli oneri generali di sistema e la proroga e il potenziamento dei crediti d’imposta “energetici”. Sempre sul tema del caro energia, abbiamo anche rafforzato la collaborazione con Enea allo scopo di stimolare la nascita di comunità energetiche rinnovabili (CER) che sono uno strumento fortemente innovativo di approvvigionamento e condivisione dell’energia a vantaggio di famiglie e imprese su tutto il territorio nazionale. Quello che vogliamo realizzare sono veri e propri progetti pilota sul territorio che avranno come protagoniste proprio le nostre imprese.
Dobbiamo fare tutti un salto di qualità, perché bisogna creare le condizioni per guidare le imprese in un percorso di crescita green, che impone di rimodulare i modelli di business verso modelli sostenibili e rigenerativi. I cambiamenti climatici in atto obbligano – ha concluso Acampora – ognuno di noi ad assumersi la propria responsabilità, con la consapevolezza che siamo tutti coinvolti in questo percorso: istituzioni, imprese e cittadini e nessuno è esonerato dal cambiamento”.